Grion Bruno e il futurismo
Il maestro Bruno Grion
La sua attitudine e passione pittorica nasce negli anni trenta quando studia e segue, per quattro anni, le lezioni del maestro Tullio Crali , venendo così a contatto con le innovazioni artstico-culturali del Futurismo e condivide con l’amico Crali il divenire dell’aeropittura. A ridosso della grande guerra parte per il servizio militare come sergente maggiore nella compagnia comando della sanità a Torino.
Le strade dei due artisti si dividono per alcuni anni.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale tutta la compagnia si muove verso Karlovac’ nell’attuale Croazia. In veste d’attendente del colonnello viene incaricato ai contatti con la stampa, scrive e realizza molti disegni per il giornale delle forze armate.
Risale a quegli anni un considerevole numero di cartoline e disegni sulla guerra.
8 settembre 1943 tutta la compagnia viene fatta prigioniera dal esercito tedesco e con i treni piombati deportata in un campo di prigionia verso la Germania.
Il primo anno i soldati lo trascorrono interamente in lager, mentre il secondo anno quel che resta delle truppe viene impiegato nel lavoro di scavo delle trincee e vengono continuamente spostati.
Risulta certa la sua permanenza del pittore nello Stamlager nei pressi di Bratislava.
Durante la prigionia disegna con mezzi di fortuna per i prigionieri come nel caso della caricatura del compagno Giuseppe Trevisan, ora copertina del libro “Stammlager XVIIA Ricordi dei 733 giorni da prigioniero in Germania “che l’amico per tanti anni la custodì gelosamente.
Copertina del libro pubblicata su il Merlo
Verso la fine della guerra il caos regnava sovrano e i prigionieri ora liberi ma senza direttive si diressero verso i territori della Slovacchia; dove tutti i soldati di Bruno Grion furono fatti cittadini onorari per meriti di guerra.
Poi incrociarono le truppe del esercito Russo.
Nei campi russi B. Grion entrò a far parte della leadership artistica sovietica.
Produsse assieme ad alcuni artisti dell’accademia di Venezia grandi quadri di Karl Marx , Vladimir Lenin e Joseph Stalin, che furono usati durante le parate di stato.
Nell’ufficio propaganda disegnò cartoline e manifesti e risulta che tutto il materiale prodotto sia rimasto tuttora negli archivi di stato Russo.
Più volte venne invitato dal regime a trasferirsi a Mosca per lavorare come artista dello Stato Russo.
Ma la nostalgia per la patria e la famiglia lo spingono a ritornare nella amata Gorizia.
Tornato in Italia apre uno studio d’arte e fotografia vicino al Caffè Teatro in via Rabatta.
Diventa uno dei luoghi d’incontro del circolo culturale di Gorizia, tra i tanti artisti spiccano Gian Andrea, Afro, Baj, Anton Zoran Music’, Tancredi e l’amico Tullio Crali che nei suoi tanti viaggi tornava sempre volentieri nella piccola città che tanto spesso aveva ritratto nelle sue opere.
Prima della partenza il maestro Crali regalò uno dei suoi quadri “ Tetti di Parigi” al amico Grion, che contraccambiò lasciando scegliere a Crali una delle sue opere , che si suppone sia ancora in possesso della famiglia del artista.
Tetti di Parigi – opera di Tullio Crali
collezione Eda Grion
Grion accetta la proposta di Crali di partecipare a Roma ad una mostra pittorica organizzata dal Sindaco di Roma Darida, dove viene premiato da Pasolini con un premio speciale della giuria Rifiuta l’invito a partecipare alla Quadriennale di Roma ed espone invece a Trieste assieme a De Chirico.
Secondo il noto critico d’arte italiano Vittorio Sgarbi:
De Chirico è stato il primo inventore dopo almeno un secolo di piacevoli illustrazioni e quattro secoli di grande pittura senza profondi contenuti di pensiero; sublime decorazione, se si eccettua Caravaggio.
In De Chirico la pittura torna a descrivere i meccanismi del pensiero, come in Piero della Francesca. Perché “il pericolo”, come afferma Marcell Duchamp, è ”quello del piacere artistico”.
De Chirico costruisce un mondo spaventosamente ignoto mentre lo spazio pittorico diventa una proiezione dell’io. Secondo Weininger De Chirico derivò l’intuizione della corrispondenza tra il mondo esteriore e il mondo interiore anticipando, attraverso gli oggetti dei suoi quadri, in assenza dell’uomo, la teoria del ”correlativo oggettivo” di Eliot.
Il maestro Bruno Grion lavora poi alla presentazione di una mostra in Austria dedicata alla Ghestaltum, dove approfondisce gli studi di Paul Klee e Wassili Kandinsky , sulla formazione e plasmazione. Di questa mostra rimangono circa 70 bozzetti.
Bozzetto Bruno Grion
La precaria salute lo obbliga a rinunciare al progetto ed ad abbandonare la tecnica ad olio.
Riesce però ad esporre nella vicina Città di Gradisca e a Gorizia.
Realizza ancora due quadri uno dei quali incompiuto, che definisce come Neo-figurativi.
Si ringraziano i familiari dell’ artista Nerio Grion e Ada Grion per il valido aiuto e la gentile collaborazione profusa
Scritto da Nadia Mori
BIBLIOGRAFIA
Enciclopedia Generale De Agostini 1989
Storia d’Italia De Agostini cronologia 1815-1990
Catalogo centro culturale “Tullio Crali “ a cura di Orietta Grion
L’arte moderna di Giulio Carlo Argan
Crali futurista aereo pittura futurista
Futurismi postali di Maurizio Scudiero
Storia dell’arte Garzanti a cura di H.W.Jacson
Enciclopedia Europea Garzanti.
Stammlagher XVII A di Giuseppe Trevisan
Vittorio Sgarbi D’Avanti all’ immagine edizione 1991
Rudolf Arnheim Arte e percezione visiva Feltrinelli
Guida al novecento di Salvatore Guglielmino, principato editore milano quarta edizione
Federico Zeri Dietro l’immagine 1987 edizione CDE spa-Milano
Arte del colore Kunst der Farbe, Johannes Itten 1961 Otto Mair Verlag, Ravensburg
Enciclopedia di tecnica pittorica editore Ulrico hoepli Milano quinta edizione